Una nave naviga l’Appennino.
La nave è simbolo del viaggio, del mutamento, questa è una nave ancestrale, ha un albero moderno e dinamico, la spirale accennata è simbolo potentissimo di energia, la nave naviga benché spezzata , è un nave resiliente che si adatta al mutare degli elementi che la circondano e continua fare il suo lavoro, galleggia, naviga.
Naviga su onde che sembrano montagne, onde che montagne sono e rappresentano l’Appennino con le vette e gli orridi che qui sono ( anche per la presenza della nave, devo dire delle navi ?) magmatici e liquidi. Il tratto delle onde montagne è un tratto gentile quasi orientale alla percezione, il tutto è invece antico e tragico, sospeso manca il dramma, il conflitto, gli elementi si amalgamano in un fluire armonico.
La nave è giunta, il suo carico di uomini e dei al sicuro sulla cima della montagna,
sopra e oltre il pathos,
ogni figura è olimpica, non partecipa agli eventi, li genera magari, li domina forse.
Ogni movimento si palesa come motore immobile:
contempliamo il mondo come dall’occhio immobile del ciclone intorno al quale il mondo ruota follemente
